IL CICLO DELLA VITE E PROFONDAMENTE LEGATO ALLE STAGIONI E AI CAMBIAMENTI DELLA TERRA 

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“The cycle of the vine through the seasons”▶️

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"El ciclo de la Vid en Estaciones"▶️

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Estate

Photo by: Alma Somm. -Luglio 2025.

                            Arezzo - (Toscana, Italia).

"Uve trattate con prodotti fitosanitari".

Photo by: Alma Somm. -Luglio 2025.

Arezzo - (Toscana, Italia).

La magia della vite tra i girasoli ad Arezzo

Ad Arezzo, l’estate ci regala paesaggi tanto incredibili quanto quelli dei vigneti. In questo periodo di luglio, i girasoli esplodono. All’improvviso ci troviamo davanti a queste coltivazioni che sembrano campi d’oro sotto il sole! Ma riesci a immaginare questi tappeti gialli alternati a filari di viti? Eccoli! Esistono davvero!

L’influenza dei girasoli sulla vite ha un impatto più affascinante di quanto sembri a prima vista. I girasoli che crescono vicino ai vigneti possono offrire benefici sia ecologici che sensoriali all’ambiente vitivinicolo. Pur non facendo parte diretta della coltivazione della vite, la loro presenza è sufficiente per attirare impollinatori come api e altri insetti, favorendo così la biodiversità nel vigneto. Inoltre, apportano benefici di controllo biologico, mantenendo l’equilibrio naturale e aiutando a ridurre le infestazioni che colpiscono la vite. E se parliamo del suolo, le radici profonde dei girasoli potrebbero arieggiare il terreno e apportare materia organica dopo la loro decomposizione.

In questo caso, i girasoli non sono immersi direttamente nella terra dei vigneti, ma è chiaro che il loro contributo non è solo paesaggistico. In questo articolo facciamo riferimento ai vigneti di Arezzo, le cui varietà di uva abbiamo già trattato in un altro momento. In questa zona, le temperature di luglio sono cruciali per la vite, poiché il caldo accelera la maturazione degli acini, aumentando gli zuccheri, ma allo stesso tempo può compromettere l’acidità senza un’irrigazione sufficiente. I terreni franco-argillosi come questi trattengono l’acqua, anche se il calore ne asciuga gli strati superficiali, costringendo le radici a cercare umidità più in profondità. Qui i girasoli vicini aiutano ad arieggiare il terreno.

È importante sottolineare che lo stress idrico della vite potrebbe rallentarne la crescita e causare “colpi di sole” a temperature superiori a 34 °C. Come si prevengono questi problemi? I viticoltori effettuano pratiche chiamate “spuntature” nel mese di luglio per migliorare la ventilazione e prevenire l’umidità nei grappoli. Vengono inoltre applicati trattamenti fitosanitari, specialmente in caso di condizioni di umidità o piogge impreviste (nelle immagini dei grappoli si possono notare residui bianchi di tali trattamenti).

In seguito arriverà la magica invaiatura, che ci avvicinerà sempre di più alla vendemmia. Con questo vogliamo dare un’idea dei vini che si potranno trovare nella zona, in base alle condizioni che li accompagnano. Oggi ci concentriamo su una delle varietà di uva che si coltivano qui: il Viognier, di origine internazionale.

 

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Viognier racconta una storia tanto speciale quanto i suoi vini. Si ritiene che sia una varietà molto antica, probabilmente originaria della Dalmazia, nell’attuale Croazia. Riguardo alle sue origini esistono diverse teorie: alcune suggeriscono che abbia avuto origine in Croazia, in Dalmazia, e che sia stata portata in Francia dai Romani, mentre altri credono che provenga direttamente dalla valle del Rodano, in Francia.


La storia di molte varietà di uva è vaga e condivisa e, in questo caso, anziché suscitare conflitti, sembra esserci una crescente collaborazione tra Paesi per preservare e studiare il patrimonio vitivinicolo comune.
Secondo la leggenda, furono i Romani a introdurla nella regione del Rodano (Francia) nell’anno 281 d.C., grazie all’imperatore Marco Aurelio Probo. Tuttavia, il corso della sua storia fu segnato nel XIX secolo: la fillossera e l’abbandono dei vigneti dopo la Prima Guerra Mondiale portarono quasi all’estinzione questa varietà.

Nel 1965 ne rimanevano soltanto 8 acri nel nord del Rodano. Oggi, grazie alla sua rinascita, viene coltivata in oltre 16.000 ettari in tutto il mondo.


La sua etimologia, come quella di molte varietà di uva, presenta elementi certi e incerti. Il nome Viognier potrebbe derivare da Vienne, un’antica città romana vicino al Rodano.

Un’altra teoria lo collega all’espressione latina via Gehennae, che significa “strada verso la valle dell’inferno”, in riferimento alla difficoltà della sua coltivazione. Come se non bastasse, alcuni lo associano anche al termine celtico vidu, che significa “bosco”, suggerendo un’origine selvatica.


IL VIAGGIO DEL VIOGNIER DAL VECCHIO AL NUOVO MONDO:

La varietà di uva Viognier, quasi estinta in Francia negli anni ’80, è stata rilanciata da produttori nel Nuovo Mondo. In California, alcune cantine importarono cloni nel 1989 e piantarono vigneti nel 1992.

In Virginia, Dennis Horton introdusse il Viognier negli anni ’80; si adattò bene al clima e nel 2011 fu dichiarata uva bianca ufficiale dello stato. In Australia fu piantata nell’Eden Valley e nel McLaren Vale, dove trovò condizioni ideali.

In Argentina, Enrique Pescarmona la introdusse nel 1993 a Mendoza, dove si adattò perfettamente. Questi pionieri trasformarono il Viognier in una varietà riconosciuta a livello globale.


Oggi il Viognier si distingue in Francia, dove è l’unica varietà ammessa nelle denominazioni Condrieu e Château Grillet. Viene coltivato anche in misura minore in Spagna, Italia, Grecia e Svizzera, soprattutto nelle regioni calde dell’Italia.


Dagli anni ’80 si è diffuso nel Nuovo Mondo, trovando spazio negli Stati Uniti, in Australia e Sudamerica, così come in Sudafrica, Nuova Zelanda, Canada e Messico.


Nei climi caldi produce vini esuberanti e aromatici, con note di pesca, mango e fiori bianchi, ma con acidità inferiore rispetto ai vini europei.

Photo by: Alma Somm. -Luglio 2025.

Arezzo - (Toscana, Italia). 

 

Scopri altri dati interessanti sui girasoli 🌻→

Sono stati condotti studi che includono i girasoli e la loro influenza sugli aromi del vino, deducendo che la loro presenza nei vigneti arricchisce l’ambiente aromatico. Sono state trovate relazioni tra composti dei girasoli e profili sensoriali del vino, come:

  • Norisoprenoidi: aromi floreali e fruttati

  • Terpeni: note agrumate ed erbacee

  • Fenoli: aroma speziato

Ad Arezzo, i girasoli sono un simbolo culturale, estetico ed ecologico, rappresentano la Toscana e fungono da fonte di ispirazione artistica. Inoltre, hanno usi pratici nella produzione di olio, alimenti e biodiesel.

Questa esplosione dorata non si verifica solo ad Arezzo. È un fenomeno che si estende in tutta la Toscana, specialmente da giugno ad agosto. La posizione dei campi può variare ogni anno a causa della rotazione delle colture, ma ci sono sempre zone dove fioriscono con forza.

 

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