IL CICLO DELLA VITE E PROFONDAMENTE LEGATO ALLE STAGIONI E AI CAMBIAMENTI DELLA TERRA 

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“The cycle of the vine through the seasons”▶️

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"El ciclo de la Vid en Estaciones"▶️

https://vimeo.com/1080897221/1335baf400?share=copy

 

 

Primavera

Photo by: Alma Somm. -Aprile 2025.

Trequanda - (Toscana, Italia). 

Photo by: Alma Somm. -Aprile 2025.

Trequanda - (Toscana, Italia). 

Photo by: Alma Somm. -Aprile 2025.

Trequanda - (Toscana, Italia). 

La Magia della vite sotto la pioggia a Trequanda

 

Cominciando la primavera... quando i germogli stanno appena spuntando!

Questa volta, immersi nei vigneti di Trequanda: tra Siena e Montepulciano. Qui si trovano terreni strutturati e un clima ideale per la produzione di vini di alta qualità. Ora le viti si risvegliano dal loro letargo invernale ed entrano nella fase di germogliamento. Questo è un momento emozionante, ma anche delicato, poiché le condizioni climatiche determineranno come sarà la vendemmia dell'anno. Così come è importante la temperatura, si spera anche che le piogge non siano troppo intense. La grandine può danneggiare i tralci, compromettendone la crescita e favorendo la comparsa di malattie. La zona di Trequanda offre vini con un’identità unica all’interno della ricca tradizione vitivinicola toscana. Inoltre, vanta una varietà di uve che rappresentano la regione, come il Sangiovese, ma anche varietà bianche come il Trebbiano Toscano, Su cui ci focalizzeremo di seguito.

🌎Traversate del Trebbiano... Vecchio e Nuovo Mondo. QUI →

La storia dell'uva Trebbiano è particolarmente interessante. Era già conosciuta in Italia ai tempi dei Romani, coltivata nella regione per secoli. Infatti, esiste un sottotipo di Trebbiano che fu riconosciuto a Bologna nel XIII secolo.

L'origine di questa varietà è antica e gli studi indicano che potrebbe provenire dal Mediterraneo orientale. In Francia è conosciuta come Ugni Blanc ed è fondamentale nella produzione di Cognac e Armagnac, grazie alla sua acidità equilibrata.

Arrivò in Argentina (Nuovo Mondo) alla fine del XIX secolo con gli immigrati italiani, diventando un'opzione versatile per la produzione di vino e brandy. In Australia fu introdotta nel 1832 da James Busby, coltivata principalmente nel Nuovo Galles del Sud e nell'Australia Meridionale per brandy e vini bianchi.

Ha dimostrato anche grande adattabilità in altri terroir del Nuovo Mondo, come gli Stati Uniti. L'etimologia di Trebbiano potrebbe derivare dal latino "Trebulanus", legato a Trebŭla (il nome di diverse città dell'antica Italia).

Si è anche suggerito che provenga dal fiume Trebbia, in Liguria. Inoltre, è stata associata all'antica città di Trebulanum, in Toscana, che faceva riferimento a un vino di origine rurale, probabilmente prodotto in piccole fattorie o comunità agricole.

Tra tutte queste teorie e nel cuore delle colline italiane, il Trebbiano è stato testimone di secoli di storia, trasformando la luce del sole e la terra in un vino fresco e vivace.

Primavera

Que ver en la Toscana

Photos by: Alma Somm. -Maggio 2023.

Lucignano - (Toscana, Italia). 

La Magia della Vite guardando verso la Fortezza di Lucignano e la Val di Chiana

 

In attesa della pioggia e alle porte dell'estate, ci troviamo davanti alla vigna in verde! Un momento di infiorescenza, in cui si iniziano già a distinguere quelli che saranno i grappoli, con germogli ben separati. A Lucignano, come in gran parte della Toscana, questo è un momento cruciale nel ciclo di crescita. Durante questo periodo avverrà la fioritura, con la comparsa di piccoli fiori sui grappoli. È fondamentale prendersi cura di loro e monitorare l'intensità delle precipitazioni per garantirne la salute e favorire una buona impollinazione, essenziale per la formazione dei frutti e dei semi.

 

La viticoltura a Lucignano è stata una delle principali attività agricole grazie alla sua posizione nella Val di Chiana, con terreni fertili e un clima ideale per la coltivazione della vite. I vigneti locali producono uve eccezionali, utilizzate per creare vini dal forte carattere toscano.

Tra le varietà impiegate troviamo il Canaiolo Nero, che precede l'uso del Sangiovese nei vini Chianti. Lasciamoci quindi sorprendere dal Canaiolo ↓

🌎Traversate di Canaiolo... Vecchio e Nuovo Mondo. QUI→

L'uva Canaiolo (sia nera che bianca) è originaria della Toscana. La sua etimologia è interessante: secondo il Vocabolario Treccani, il suo nome deriva dalla parola italiana "cane", che significa cane, forse a causa del suo sapore, che in passato veniva considerato rustico o deciso, simile alla percezione di certi vini più robusti.

Un'altra ipotesi è che il termine provenga da un'antica espressione toscana riferita alla resistenza e capacità di adattamento dell'uva, caratteristiche che si associano anche ai cani.

Si distingue come Canaiolo Nero, per differenziarlo dalla sua variante bianca, il Canaiolo Bianco. Il Canaiolo Nero è stato fondamentale per il Chianti, poiché storicamente veniva utilizzato più del Sangiovese e serviva anche per ammorbidire i suoi tannini.

Tra le caratteristiche magiche di quest'uva, spicca la sua resistenza all'appassimento, che la rende ideale per la tecnica di vinificazione "Governo". Questo metodo consiste nell'essiccazione delle uve Canaiolo e Colorino per aggiungerle al vino giovane, aumentando così il grado alcolico e la morbidezza. Questo processo migliora la freschezza e la longevità del vino attraverso una seconda fermentazione.

Nella tecnica vengono impiegati sia il Canaiolo Nero che il Canaiolo Bianco. Quest'ultimo è stato usato anche per il Vin Santo, sebbene oggi sia una varietà piuttosto rara.

Il viaggio del Canaiolo verso il Nuovo Mondo è arrivato fino in Argentina e Uruguay, grazie agli immigrati italiani. Tuttavia, non ha ancora raggiunto la popolarità del Sangiovese. Anche se in Argentina è una varietà poco comune, alcuni produttori la coltivano a Mendoza e San Juan, dove l'altitudine elevata e i suoli franco-sabbiosi potrebbero favorire una migliore espressione dell'uva. L'Uruguay, invece, ha un clima più umido e suoli argillosi, fattori che potrebbero influenzare una maturazione diversa del Canaiolo.

Essendo un'uva tradizionalmente adattata ai suoli argillosi e calcarei della Toscana, la sua coltivazione in Argentina è meno diffusa e richiede adattamenti nella gestione del vigneto. In Italia, di solito viene utilizzata in blend con il Sangiovese, ma alcuni produttori argentini hanno esplorato la sua vinificazione come varietale, cercando di esprimere la sua identità nel terroir locale.

Attualmente, i viticoltori toscani stanno cercando di rilanciare il suo utilizzo nei vini di alta gamma. Le sue caratteristiche, tra cui morbidezza, resistenza all'appassimento e adattabilità, la rendono un'uva interessante per la viticoltura. 

Primavera

Photo by: Alma Somm. -Novembre 2016.

Valle de Uco - (Mendoza, Argentina).

La Magia della Vite ai piedi delle 'Ande

 

All'interno di una cartolina della Valle de Uco, contempliamo i vigneti di Mendoza in primavera.
Come tutte le viti dell'emisfero australe, sperimenta un ciclo vegetativo opposto a quello dell'emisfero boreale.
Nella Valle de Uco, le condizioni climatiche primaverili sono ideali per lo sviluppo della vite. Le temperature iniziano a salire, ma le notti restano fresche, garantendo una buona ampiezza termica. In questo periodo, le gelate tardive a Mendoza rappresentano un rischio, così come le piogge accompagnate da grandine, che possono danneggiare i giovani germogli. È importante sottolineare che la regione si trova a un'altitudine compresa tra i 900 e i 1.500 metri sul livello del mare. Questo aiuta a mantenere un equilibrio perfetto nella vite, favorendo una crescita sana delle piante, nonostante i rischi climatici.

Oltre all'altitudine, la Valle de Uco, a Mendoza-Argentina, è famosa per la sua combinazione unica di suoli (alluvionali, calcarei e rocciosi). Questo la rende una zona di vini eccezionali, grazie al terroir unico che dà vita a vini di alta qualità e complessità. Tra le sue varietà coltivate, ci sono uve bianche e quelle rosse di origine francese come Cabernet, Merlot, Petit Verdot e, naturalmente, Malbec. Quest'ultima, il gioiello argentino, con una ricca concentrazione di colore e tannini. Come non indagare su di essa? ↓

🌎Traversate di Malbec… Vecchio e Nuovo Mondo. QUI →

La storia di questa affascinante uva ha inizio in Francia. La sua origine risale alla regione di Quercy, nel sud-ovest della Francia, dove era conosciuta come Côt o Auxerrois. Si dice che il suo nome attuale potrebbe rendere omaggio a un viticoltore ungherese chiamato Malbek, che avrebbe diffuso l'uva in Francia.

La sua evoluzione è stata segnata da migrazioni e adattamenti che l'hanno portata a diventare una delle uve più venerate nel mondo del vino. Soprattutto se parliamo della terra argentina, dove arrivò nel 1853 e divenne il simbolo indiscusso, grazie all'agronomo francese Michel Aimé Pouget.


Qui ha trovato condizioni ideali: altitudine, clima secco e suoli poveri, che hanno permesso a quest'uva di sviluppare un'espressione unica, con tannini setosi. La Valle de Uco è un vero tesoro a Mendoza, Argentina. È considerata una delle regioni vinicole più rinomate del paese, famosa per la sua altitudine e un clima ideale che favorisce la produzione di vini di qualità eccezionale.

L'espansione del Malbec in altri paesi del Nuovo Mondo è stata inevitabile. In Cile, Stati Uniti, Australia e Sudafrica, prospera in regioni con climi caldi e secchi. Quest'uva francese che ha trovato casa in Argentina ha ottenuto successo internazionale grazie alla sua capacità di adattamento e al suo affascinante profilo aromatico, con note di frutti rossi, prugne e spezie che deliziano i sensi.

Photos by: Alma Somm. -Novembre 2016.

Valle de Uco - (Mendoza, Argentina).

"La magia delle rose tra i vigneti"

Photos by: Alma Somm. -Novembre 2016.

Valle de Uco - (Mendoza, Argentina).

Scopri di più sulla storia del Malbec qui🔍

Etimologia: Per quanto riguarda le teorie sul suo nome, l'ampelografo Pierre Galet sostiene che il suo nome originario fosse "Côt", e che probabilmente sia nato nelle terre del nord della Borgogna.

Resistenza ed esistenza sulla mappa: Il Malbec, una varietà di grande importanza a Bordeaux, affrontò il suo destino nel 1956, quando una massiccia gelata distrusse gran parte dei vigneti. Questa sventura, sommata alla crisi della fillossera nel XIX secolo, fece sì che l'uva perdesse il suo protagonismo in Francia, mentre in Argentina emerse come la stella della viticoltura.

Il suo esilio: Il viticoltore Michel Aimé Pouget, artefice dell'arrivo del Malbec in Argentina nel XIX secolo, era un esiliato politico che lasciò la Francia dopo il colpo di stato di Napoleone III nel 1851. Il suo esilio lo condusse a Mendoza, dove introdusse la vite e trasformò la storia del vino argentino.

Le sue qualità medicinali: Nel XVII secolo, noto come il "vino nero degli zar", lo zar Pietro il Grande utilizzava il Malbec per curare un'ulcera gastrica, seguendo una ricetta medica. Sua figlia, Caterina, ne incoraggiò la coltivazione in Crimea, dove ancora oggi viene prodotto, guardando allo splendore del Mar Nero.

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