
Scopri altre curiosità su Pugnitello...
- Lo sapevi che negli anni '80 alcuni ricercatori appassionati dell'Università di Firenze hanno riscoperto un gioiello nella regione della Maremma? Esatto! Il Pugnitello, una varietà unica che ha catturato l'immaginazione di molti per il suo corpo pieno, i tannini setosi e la sua capacità di invecchiamento.
- Ti suonano familiari il Pignatello o il Perricone? Potrebbero sembrare simili, ma gli studi genetici hanno rivelato che si tratta di due varietà diverse. Oggi il Pugnitello prospera in diverse IGT toscane, anche se attende ancora il suo riconoscimento in una DOP specifica. Immagina di gustarlo nella sua versione rosata, una vera rarità per gli amanti del vino. Il suo sapore è una delizia strutturata: tannini pronunciati ma morbidi, buona acidità e un tocco alcolico che lo rende speciale. Sebbene il suo cuore rimanga in Italia, soprattutto in Toscana, alcune cantine stanno iniziando a esplorare il suo potenziale anche oltre il Vecchio Mondo. Ti immagini il piacere di scoprirlo?
- Vuoi sapere come questa varietà è passata dalla Toscana al riconoscimento internazionale? Il Pugnitello, quasi scomparso a causa della sua bassa produttività, è stato salvato per il suo colore intenso, i tannini raffinati e il suo potenziale di invecchiamento. E dove è stato riscoperto? In un vigneto sperimentale: il Vitiarium di San Felice, situato proprio nel Chianti. Da allora, il Pugnitello è diventato una vera stella, sia in purezza che in blend con il Sangiovese.

Scopri di più su la Pratica di Piantare Rose nei Vigneti
La tradizione di piantare rose nei vigneti ha radici storiche che intrecciano estetica, funzionalità e costumi. Sebbene esistano racconti romantici, come quello di un re che piantò rosai per abbellire i vigneti in onore della sua regina, la ragione principale è più pratica. Nel XIX secolo, i viticoltori iniziarono a utilizzare le rose come sistema di allerta precoce contro l’oidio (un fungo che colpisce le viti). Poiché le rose sono più sensibili, mostrano sintomi prima delle viti, consentendo agli agricoltori di adottare misure preventive per proteggere il raccolto. Questa tecnica si diffuse in regioni come la Borgogna, dove i monaci dell’epoca notarono la connessione tra le rose e le viti.
Inoltre, le rose funzionano come indicatori della qualità del suolo, poiché hanno requisiti simili a quelli delle viti. Se le rose fioriscono adeguatamente, è un segno che il suolo è adatto alla coltivazione della vite. Infine, le rose aggiungono un elemento estetico e tradizionale e, nel contesto di questa zona di Mendoza, abbelliscono i vigneti creando paesaggi pittoreschi.
Inoltre, la Valle di Uco vanta un clima unico, caratterizzato da una grande escursione termica e terreni ricchi di minerali. Le rose, proprio come le viti, fioriscono in queste condizioni, rafforzando il loro ruolo di indicatori della qualità del suolo. Questa fusione di funzionalità e bellezza rende le rose una parte essenziale dei vigneti di questa regione.
Riguardo a questo argomento, vorremmo fare una precisazione: abbiamo avuto l'opportunità di parlare della pratica delle rose nei vigneti, sia nel Nuovo Mondo (con enologi di Mendoza, Argentina) che nel Vecchio Mondo (con enologi del Piemonte). Così come nella Valle di Uco credono fermamente nella difesa rappresentata dalle rose, ad Alba sono arrivate a essere considerate un "mito" e non necessarie per proteggere i loro vigneti. Una prospettiva interessante e opposta, che dipende anche dai risultati di ogni terroir.
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